Comune di Castello di Godego
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Cenni storici - seconda parte

Cenni storici

Cenni storici

Ben più cospicui, numericamente, sono i reperti archeologici ascrivibili all’epoca romana, rinvenuti nel territorio comunale di CASTELLO DI GODEGO. Qui, come scrive il Fraccaro, la suddivisione in centurie è mirabilmente conservata.

“ Ad occidente di CASTELLO DI GODEGO tutta la campagna è divisa in lunghe strisce dagli antichi limites intercisivi romani, che vanno da ovest ad est… i contadini chiamano i “limites intercisivi” “cavin”. Da un “limes intercisivus” ad un altro, in direzione all’incirca da nord a sud, corrono i filari dei gelsi e delle viti, che dividono le strisce in rettangoli allungati che sono i “larghi”, forse originari “campi”. L’aratore guida l’aratro nella direzione dei cardini romani e risparmia quindi di voltare troppo spesso l’aratro, ciò che dovrebbe fare se il campo fosse quadrato. Tra filare e filare, il grano o il foraggio ricevono liberamente il sole del mezzogiorno. Così da venti secoli in quelle ridenti campagne si cammina sui limiti-strade tracciate dagli agrimensori romani e l’aratro apre i solchi sempre nella stessa direzione”. Queste le suggestive frasi del Fraccaro che ben illustrano l’eccezionale abilità dei romani nello sfruttamento e nell’organizzazione a scopi agrari del terreno.

vaso

Dai campi di Godego vennero alla luce numerose testimonianze della civiltà rurale romana. Tra esse: muraglie di mattoni ed embrici ed un emblema di bronzo raffigurante Ercole con clava che furono individuati nel 1878 lungo il corso del Muson; una tomba romana di embrici disposti a scatola, contenente tre vasi e le ceneri del defunto; scoperta il località Le Colombare; numerosi vasi romani, collo d’anfora, monete di bronzo ed uno scheletro rinvenuti in località Le Vegre; infine un numero imprecisato di monete romane raccolte tra le ghiaie del Muson, delle quali il De Bon fornì un dettagliato, seppur parziale elenco. L’evidenza del reticolato romano e i reperti archeologici rinvenuti entro i suoi confini, dicono quindi a sufficienza che Godego dovette essere un villaggio romano d’una certa importanza, soprattutto per la sua posizione di notevole interesse strategico.

Quest’ultima valutazione fu fatta propria anche dai popoli barbarici che invasero l’impero romano, ad iniziare dai già ricordati Goti, i quali, secondo alcuni storici, qui stabilirono un presidio di soldati. Successivamente i Longobardi, che avevano invaso l’Italia nella primavera del 569, si insediarono sugli allineamenti delle colline asolane, organizzandovi un’efficace rete difensiva di segnalazioni a mezzo di fumate. Ma questo popolo non poteva trascurare la pianura e le sue vie più importanti, la via Postumia in primo luogo. Fu quasi a presidio di quest’importante strada che i Longobardi si insediarono, come afferma il Comacchio, in un luogo piano, presso il Muson, che fu poi chiamato Godego, costruendovi un castello ed usufruendo di altre fortificazioni preesistenti. Tracce della presenza di questo popolo barbaro a Godego furono rinvenute sullo spiazzo erboso antistante la chiesa campestre di San Pietro: qui fu scoperta una tomba ad inumazione, contenente orecchini e fibule bronzei con smalti di fattura longobarda risalenti al VII secolo.longobardo

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